23. Aprile 2024

fg. I transiti di camion dalle Alpi aumentano – l’obiettivo di trasferimento non è ancora di gran lunga raggiunto. Vi si aggiungono sempre più furgoni e il consueto traffico privato. Lo si sente anche a Wassen. Una visita sul luogo.

In Svizzera la conoscono quasi tutti: la chiesetta di Wassen. C’è chi c’è stato in gita scolastica oppure con un’escursione di famiglia, dove la maestra o il papà hanno cercato di spiegare, col coltellino svizzero dondolante alla catenella, il funzionamento delle gallerie elicoidali. Oppure c’è uno sketch del comico Emil (riferimento: «Regardez l’église!»). Ed è proprio qui, accanto alla chiesetta, che sto seduto su una panchina. È la prima volta che vengo a Wassen (UR) per visitare il villaggio. Ma oltre a vedere una natura impressionante, un paesaggio montano verticale, una chiesetta carina e alcune belle vecchie case in paese, vedo e sento soprattutto un’altra cosa: il traffico delle auto e dei camion sull’autostrada A2, il principale asse sud-nord. In particolare i veicoli pesanti, che transitano numerosi ogni minuto, provocano un rumore di fondo molto sgradevole. Non c’è da stupirsi, perché un camion produce circa 10 volte più rumore di un’automobile. È possibile sentire il rumore dell’autostrada anche all’interno della chiesa. Il traffico pesante in autostrada inquina anche l’aria. Mi chiedo come debba essere tutto questo per gli abitanti di Wassen.

Troppi camion

Non c’è alcun sollievo in vista per i residenti che vivono vicino agli assi di transito. Purtroppo, lo sviluppo della politica di trasferimento sta andando nella direzione sbagliata. 916’000 camion hanno attraversato le Alpi nel 2023. Si tratta di un numero semplicemente eccessivo e, soprattutto, superiore a quello di pochi anni fa. Secondo la legge sul trasferimento delle merci, dal 2018 dovrebbero essere al massimo 650’000. I 266’000 camion in eccesso che attraversano le Alpi ogni anno formerebbero una coda più lunga di quella che va dall’estremo nord della Norvegia, a Tromsø, a Napoli. Se a ciò si aggiunge una moltitudine di veicoli privati, questa valanga di traffico passeggeri e del tempo libero arriverebbe da sola fino a Città del Capo, in Sudafrica. Ma anche in questo caso esiste un’alternativa: la ferrovia.

« Il trasferimento modale non è fine a se stesso – il trasporto su rotaia dà un sensibile sollievo alle persone e all’ambiente. »

Fabio Gassmann, Responsabile politica di protezione delle Alpi

Traffico merci attraverso le Alpi 2023, Grafico: Scriptum
Traffico merci attraverso le Alpi 2023, Grafico: Scriptum

Il trasferimento ha bisogno di un nuovo slancio

Ci sono stati molti anni di piccoli progressi. Ma ora la tendenza non è più quella giusta. È proprio in questo contesto che i politici devono subito adottare ulteriori misure efficaci per rivitalizzare la politica di trasferimento modale. L’Iniziativa delle Alpi chiede risorse finanziarie supplementari per promuovere il trasferimento del crescente traffico, un adeguamento completo e rapido della tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP) all’inflazione e l’introduzione di una tassa sul transito alpino per il traffico pesante.

La mia visita a Wassen mi ha chiarito che la politica di trasferimento modale non è fine a se stessa. Al contrario: la riduzione del numero di camion che attraversano le Alpi e il divieto di guida notturna e domenicale contribuiscono a mantenere l’impatto del traffico sulle persone e sull’ambiente nelle Alpi entro limiti tollerabili.

È difficile immaginare come sarebbe oggi Wassen se il numero di camion che attraversano la Svizzera fosse pari a quello del Brennero, ad esempio, dove ogni anno transitano due milioni di camion. Ma bisogna avere condizioni così drammatiche come al Brennero? Dobbiamo finalmente raggiungere l’obiettivo di trasferimento previsto dalla legge! Continueremo a insistere. Ne vale la pena. Per gli abitanti di Wassen, ma anche per l’intera popolazione svizzera.

Com’è la vita a Wassen, vicino all’autostrada A2?

Philipp Baumann abita nella parte del villaggio di Wassen che guarda direttamente verso la A2. Per lui l’autostrada è parte del quotidiano; ecco cosa ne pensa in un breve colloquio.

«Io descriverei il rumore nei pressi della A2 qui a Wassen come onnipresente. Di certo è fastidioso e oltretutto negli ultimi anni è cresciuto in misura preoccupante. Salvo un paio di mesi in inverno, sentiamo il rumore del traffico praticamente tutto l’anno. A dare sui nervi e disturbare sono in particolare i conducenti dei veicoli che suonano il clacson quando si formano le colonne. Personalmente mi sono abituato fino a un certo punto al frastuono del traffico sull’autostrada e riesco anche a non sentirlo. Trovo invece pericoloso per la nostra salute l’inquinamento dell’aria causato da tutti questi passaggi.

Ma oltre all’aria appestata e al rumore, mi disturba il fatto che per noi abitanti di Wassen in estate occorra fino a cinque volte più tempo per recarsi ad esempio a un appuntamento in pianura; in più dell’autostrada, infatti, sono intasate e bloccate anche le strade cantonali sul fondovalle. Per questo trovo molto egoistico il modo in cui tante persone pianificano i loro spostamenti: ognuno vuole recarsi a Sud in vacanza proprio a Pasqua. Secondo il principio: dopo di me il diluvio.»

Ingorghi sull’autostrada spostano il traffico sulle strade cantonali – per esempio, a scapito degli abitanti di Wassen. Foto: IG Kanton Uri
Ingorghi sull’autostrada spostano il traffico sulle strade cantonali – per esempio, a scapito degli abitanti di Wassen. Foto: IG Kanton Uri