20. Maggio 2013

Presto sulle strade europee potremmo avere autocarri con oltre 25 metri di lunghezza. La commissione europea vorrebbe emanare una direttiva che ammetterà ufficialmente nel traffico transfrontaliero i «gigaliner» sino a 60 tonnellate, che metteranno sotto pressione crescente anche le frontiere svizzere.

mhh/tob. Il commissario dei trasporti dell’Unione europea Siim Kallas aveva già dimostrato di essere un sostenitore di questi mega autocarri (detti megatrucks o gigaliner) quando, ad una riunione dell’industria automobilistica nel giugno 2012, aveva modificato a loro favore l’interpretazione della vecchia direttiva. Nell’aprile di quest’anno, la commissione dei trasporti ha presentato una nuova direttiva sulle dimensioni dei veicoli stradali che legalizzerebbe definitivamente l’impiego di autocarri sovradimensionati nel traffico internazionale tra stati confinanti.

Dannosi, pericolosi e cari
La lobby del traffico pesante è così riuscita a inserire il suo argomento preferito, i gigaliner, nell’agenda europea. Non vi è convegno in cui essa manchi di vantare i litri di carburante e le ore di lavoro che questi trasporti, definiti per l’occasione «Ecocombi», permetterebbero di risparmiare. È per contro dimostrato che questi enormi autocarri ritrasferirebbero una buona parte dei trasporti merci dalla ferrovia alla strada, con un conseguente aumento del traffico pesante su strada e quindi di emissioni di CO2. I megatrucks costituiscono inoltre un grande pericolo per gli altri utenti della strada: pedoni, ciclisti e automobilisti.

I gigaliner causano inoltre ingenti costi alle infrastrutture. Uno studio del 2011, commissionato dall’ufficio federale delle strade (USTRA), ha dimostrato che non è possibile ammettere i gigaliner in modo indiscriminato sulla rete stradale svizzera. Ma anche limitarne la circolazione alle sole autostrade genererebbe costi dell’ordine di svariate centinaia di milioni di franchi, senza che, come ammette il rapporto, sia possibile «garantire ovunque l’odierno livello di sicurezza». Il sogno delle nostre aziende di trasporto si rivelerebbe così un vero e proprio incubo per il resto della società.

Una minaccia per la Svizzera
Il traffico transfrontaliero di gigaliner rappresenta quindi un autentico pericolo per la Svizzera. Una volta giunti alle nostre frontiere, le attuali disposizioni di legge potrebbero cadere con la stessa rapidità con la quale è stato tolto il limite delle 28 tonnellate, per esempio in cambio di compensazioni in favore della nostra economia. L’Iniziativa delle Alpi è però stata previdente e ha fatto inserire la lunghezza massima degli autocarri nella legge. Una modifica potrà così essere combattuta con un referendum.
Anche nell’Unione europea vi sono regioni scettiche nei confronti dei gigaliner. Florian Mast, rappresentante del Tirolo a Bruxelles, ha spiegato che: «l’Austria, e in particolare le regioni lungo l’asse di transito del Brennero come il Tirolo, l’Alto Adige e il Trentino, hanno gli stessi problemi con il traffico di transito della Svizzera. Per questo ci impegniamo con le nazioni di Arge-Alp contro i gigaliner, la cui accettazione toglierebbe una pietra angolare di tutta la costruzione della politica dei trasporti europea, che i documenti fondamentali continuano a descrivere come orientata alla sostenibilità.»

Una seconda canna per i gigaliner?
Le competenti istanze di Berna continuano a negare che si stia riflettendo sui gigaliner, ma questa posizione non regge a un’analisi più approfondita. Sul suo sito internet, l’USTRA scrive infatti: «Nell’UE sono in corso discussioni volte ad aumentare la lunghezza e il peso degli autotreni a 25,25 metri e 60 tonnellate (…). Se la Commissione europea dovesse adeguare in tal senso l’attuale normativa, la Svizzera potrebbe vedersi costretta, nonostante l’ampio rifiuto politico, a modificare di conseguenza i propri limiti di lunghezza e di peso (…) e ad autorizzare integralmente o parzialmente la loro circolazione sul territorio nazionale.»
Secondo lo studio dell’USTRA del 2011, il tratto autostradale maggiormente idoneo ad accogliere i gigaliner sarebbe la A2 tra Basilea e Chiasso, che è proprio anche il tratto più interessante per l’UE. Un’eventuale eccezione agli attuali limiti (18,25 metri e 40 tonnellate) sarebbe probabilmente su questa tratta, dove si trova anche la galleria del San Gottardo. La realizzazione di una seconda galleria incrementerebbe così il pericolo di avere questi gigaliner su questo asse.

Lo stesso sito dell’USTRA conferma le attenzioni nei riguardi dell’asse del Gottardo, laddove si legge che sull’asse Sud-Nord «misure appropriate (…) consentirebbero di adeguare l’infrastruttura in modo tale da permettere il loro transito» (dei gigaliner).

Nell’Unione europea vi sono alcuni segnali positivi. La prova in corso dal 2012 si sta rivelando un fiasco ed ha fiaccato lo slancio dei sostenitori. In Svizzera non possiamo però abbassare la guardia. L’Iniziativa delle Alpi mantiene pertanto un ruolo di primo piano nella coalizione NoMegatrucks, alla quale hanno già aderito oltre 40 organizzazioni svizzere. www.nomegatrucks.ch