25. Settembre 2020

Misurazioni di controllo mobili delle colonne di gas di scarico dei camion permettono di dedurre che gli impianti di depurazione di molti veicoli sono difettosi o sono stati manipolati. È quanto ha dimostrato uno studio dell’UFAM alla fine del 2019. Considerato il fatto che uno stimato 25 per cento dei camion provenienti dall’Europa dell’est viaggia con impianti di depurazione dei gas di scarico manipolati, v’è un’urgente necessità d’intervenire. Bisogna multare i detentori di veicoli con emissioni eccessive di ossidi d’azoto – fino a 40 volte superiori! – e i loro camion devono essere tolti dalle strade, poiché gli ossidi d’azoto danneggiano la salute e l’ambiente.

Nel traffico delle merci si diffonde la concorrenza sleale. La Confederazione fa troppo poco per accelerare il trasferimento dalla poco ecologica strada alla ferrovia, ambientalmente molto più favorevole. Oltre al dumping salariale nel trasporto stradale, fanno rabbia le manipolazioni illegali degli impianti di depurazione dei gas di scarico, troppo poco contrastate coerentemente. Da quando, nel 2019, la Consigliera nazionale Regula Rytz non aveva trovato una maggioranza parlamentare per una sua mozione a favore d’un piano d’azione contro le manipolazioni AdBlue, gli imbrogli non sono diminuiti. Nel frattempo, secondo uno studio dell’UFAM, ci sono tuttavia possibilità affidabili per lottare contro queste truffe. Per questa ragione torna ora alla carica con un’interpellanza la Consigliera nazionale Isabelle Pasquier, fino a poco tempo fa responsabile politica per la Svizzera occidentale e da sabato prossimo membro del Comitato dell’Iniziativa delle Alpi.

Al centro dell’attenzione: l’additivo ureico AbBlue, di cui i camion moderni devono far rifornimento separatamente accanto al Diesel. Esso trasforma l’85% degli ossidi d’azoto (NOx) dei gas di scarico del veicolo in inoffensivo azoto e in vapore acqueo. Con un prezzo base di 75 centesimi per 100 chilometri e una flotta di 30 camion, un’impresa di trasporto può risparmiare parecchie decine di migliaia di Euro. Questo accaparrarsi sleale di vantaggi concorrenziali ha però conseguenze nefaste per l’ambiente e danneggia la salute delle persone.

Isabelle Pasquier vuole sapere se la Confederazione utilizza effettivamente tutte le possibilità per porre fine a queste pratiche. «Lo studio pubblicato dall’UFAM alla fine del 2019 ora deve finalmente avere delle conseguenze.» È dimostrato che analisi mobili delle colonne di gas di scarico dei camion tramite procedimenti Plume-Chasing forniscono valori d’emissione affidabili, che permettono di individuare i casi sospetti di impianti di depurazione dei gas di scarico difettati o manipolati. Con l’aiuto di questi metodi efficaci d’analisi dei gas di scarico, sono possibili ampi controlli sul flusso del traffico pesante. «Vogliamo chiarezza sulla reale portata delle manipolazioni», afferma Isabelle Pasquier. Le istanze di controllo svizzere nei centri di controllo del traffico pesante e, in particolare, i controlli mobili delle polizie cantonali, spesso non sono sufficientemente equipaggiati per scoprire gli imbrogli. I controllori non sono conseguentemente sufficientemente formati o aggiornati.

Con la sua interpellanza, la Consigliera nazionale Ginevrina vorrebbe ottenere certezze sulle intenzioni del Consiglio federale. Sulla base dello studio dell’UFAM, chiede nel suo atto parlamentare:

  •  Quali metodi sono stati finora impiegati in Svizzera per scoprire le manipolazioni AdBlue? Quali polizie cantonali e quali centri di controllo del traffico pesante ne sono equipaggiati?
  • Come spiega il Consiglio federale la notevole discrepanza fra le manipolazioni rilevate nelle misurazioni delle colonne di gas di scarico e le truffe realmente accertate dalle polizie cantonali?
  • Quale seguito la Confederazione vorrà dare allo studio realizzato su mandato dell’UFAM?
  • Poiché queste fraudi riguardano soprattutto veicoli in transito, il Consiglio federale è disposto a favorire l’utilizzo di questo metodo d’analisi lungo gli assi di transito?